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16 settembre 2022 in Storie

Intervista a Fra Dino Dozzi | Il Festival Francescano 2022

di
Fra’ Dino Dozzi
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Fra’ Dino Dozzi, organizzatore del Festival Francescano, ci accompagna nella scoperta di questo evento ormai storico e del tema della fiducia che quest’anno lo orienta e arricchisce di contenuti. Una fiducia “non solo dichiarata, ma praticata”, di cui i francescani sono da sempre testimoni e che è oggi è valore indispensabile e necessario per una reale transizione verso una società improntata al dialogo, alla sostenibilità, alla fraternità.
  • Può raccontarci in breve, per cominciare, la storia e l’esperienza del Festival Francescano, dalle sue origini fino alla XIV edizione dell’evento?

 

"Il Festival Francescano nasce dal desiderio del Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna di riscoprire, far conoscere, attualizzare e concretizzare i valori di Francesco d’Assisi, nella convinzione che possano aiutare ad affrontare e a superare le tante crisi – di identità, politiche, di valori, ambientali – che caratterizzano la nostra quotidianità.

Dalla prima edizione del 2009 a Reggio Emilia, il Festival negli anni ha fatto tappa anche a Rimini, per poi approdare nel 2015 a Bologna. Ogni edizione scegliamo un tema principale, che farà poi filo conduttore all’intera manifestazione. Nato per generare incontro, confronto e dialogo, negli anni il Festival è stato capace di adattarsi ai cambiamenti e raggiungere nuovi pubblici, proponendo contenuti di qualità e creando una rete di relazioni tra tutti coloro che partecipano alla sua realizzazione."

 

 

  • Nel 2021, il Festival Francescano parlava di “Economia Gentile”. Quest’anno parlerà di “Fiducia”. Può spiegarci la scelta di questo tema? Perché oggi è così importante praticare, coltivare, alimentare la fiducia nelle sue diverse declinazioni?

 

"L’emergenza sanitaria che abbiamo appena vissuto e il conflitto in Ucraina ancora in corso, insieme a tante altre guerre meno note, ci ricordano quanto sia drammaticamente cruciale la fiducia negli altri, oggi più che mai.

Fiducia verso le persone che conosciamo e frequentiamo spesso, ma anche in quelle distanti, riconoscendo la diversità non come ostacolo ma come ricchezza comune. Fiducia nelle istituzioni politiche e sociali al servizio del bene comune, per una società finalmente equa e fraterna, e fiducia nella scienza e nella tecnica, che ci offrono possibilità inedite.

Fiducia in Dio ma anche negli uomini e nelle donne, con la loro intelligenza e la loro sensibilità, e fiducia in una nuova economia più giusta e fraterna. In questo senso c’è anche una continuità tra il Festival del 2021 e quello del 2022, tra un’economia gentile e una fiducia sincera."

 

 

  • Come nasce e si sviluppa il programma delle singole edizioni del Festival? Quali riflessioni, criteri e considerazioni vi portano a progettare e costruire il “mosaico” di ospiti (enti e organizzazioni, professionisti e accademici, giornalisti, artisti, studiosi…) che ogni anno animano l’evento e il suo calendario?

 

"Il Festival che vedete a settembre è il frutto di mesi di lavoro, il risultato di uno sforzo collettivo che vede impegnato in prima linea il nostro staff organizzativo, ma anche tutte le realtà che collaborano con noi.

Una volta scelto il tema del Festival, anche questo prodotto di considerazioni comuni, si passa all’ideazione del programma vero e proprio: l’obiettivo è quello di offrire un palinsesto ricco di appuntamenti diversificati per tipologia e argomenti trattati, ma uniti nell’obiettivo di proporre spunti di riflessione, stimolare curiosità e offrire al nostro pubblico la possibilità di ascoltare voci e punti di vista differenti, grazie alle testimonianze che gli ospiti portano sul palco. In aggiunta agli incontri con professionisti di vario settore, ampio spazio è dedicato anche alle attività per bambini e famiglie e alle aree in collaborazione con le organizzazioni religiose, come la biblioteca vivente, il caffè con il francescano e lo spazio spiritualità, da anni ormai appuntamento fisso al Festival.

Ogni edizione cerchiamo di mantenere quello che vediamo essere stato apprezzato e allo stesso tempo proporre sempre qualcosa di nuovo, cercando di intercettare di volta in volta i bisogni e gli interessi del pubblico, potenziale o già affezionato."

 

 

  • Dal lato dei partecipanti, invece: chi si incontra a Bologna, nelle piazze e nelle strade del Festival Francescano? In che modo è cambiata, se è cambiata, la partecipazione all’evento nel corso delle edizioni, in termini di numeri ma anche di “composizione” (età, professione, provenienza, appartenenza ad enti o organizzazioni…)?

 

"I partecipanti sono i veri protagonisti del Festival Francescano. Vedere ogni anno la piazza gremita di persone che partecipano con entusiasmo ai nostri eventi è l’essenza stessa del Festival, il ritrovarsi insieme in comunità. Il nostro è un pubblico eterogeneo dal punto di vista della provenienza (laici, religiosi, insegnanti, famiglie, giovani, anziani) ma unito nella passione nei confronti della cultura francescana e come ci è stato testimoniato anche dai numeri dell’edizione dello scorso anno: nonostante la versione “speciale” online, sono state 10.000 le presenze agli eventi, segnale di un pubblico affezionato ai nostri contenuti.

Fondamentale per noi è avere un rapporto il più possibile diretto e personale con chi partecipa, che cerchiamo di mantenere con comunicazioni e iniziative dedicate, per un Festival che va oltre l’appuntamento di settembre e continua tutto l’anno."

 

 

  • “Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze”. Queste parole di Papa Francesco incoraggiano all’apertura fiduciosa verso l’altro, alla ricerca dell’accrescimento e del dinamismo, come antidoto alla chiusura e all’autoreferenzialità. Un percorso di incontro e condivisione che l’esperienza del COVID e dell’emergenza sanitaria ha sicuramente reso più difficoltoso, accidentato, rischioso. Può raccontarci come il Festival Francescano - un evento nato nelle piazze, in mezzo alla strada e alla gente – ha vissuto e vive tutt’oggi questo complesso momento storico, portando avanti la “cultura dell’incontro” e la missione del dialogo e della condivisione in epoca di distanziamenti, barriere e chiusure?

 

"La pandemia con le sue mascherine e il suo distanziamento sociale ci ha portato a guardare con sospetto gli altri. In un mondo che sembra chiudersi sempre più in se stesso e che fa della diffidenza il suo tratto distintivo, è davvero urgente recuperare fiducia. Il primo a mostrarci come sia possibile ritrovarla è proprio san Francesco, che ebbe una straordinaria fiducia in Dio, ma anche nei suoi frati, se morendo disse “Io ho fatto la mia parte, il Signore vi insegni a fare la vostra”; da fratello minore universale, scrisse e mostrò che la vera letizia fa rima con fiducia, che è la capacità di stare insieme da fratelli e sorelle. Solo accogliendo il diverso senza più paura o sospetto bensì con rispetto e comprensione, proprio come ha fatto il santo d’Assisi con il lupo di Gubbio, possiamo gettare le basi per una società più giusta e fraterna e quindi, di conseguenza, per un futuro davvero accessibile a tutti."

 

 

  • Ormai dal 1979 San Francesco è il Patrono dell’ecologia, della custodia e difesa del Creato. E proprio la sostenibilità ambientale, la transizione verso un’economia rispettosa della nostra Casa Comune e delle future generazioni che la abiteranno, rappresenta una delle grandi sfide del nostro tempo. Il Festival Francescano intraprende delle iniziative specifiche o si assume impegni ed obiettivi in termini di impatto e sostenibilità? In che modo traduce in progetti e comportamenti concreti gli insegnamenti francescani di rispetto, cura e gentilezza nei confronti della Terra?

 

"Il Festival Francescano è da sempre sensibile alle tematiche ambientali ed ecologiche; come ci dice Papa Francesco nella sua Enciclica Fratelli tutti, davvero “il mondo è di tutti” e tutti dobbiamo impegnarci per preservarlo e rispettarlo. Questo impegno così spesso ribadito a livello teorico si traduce per noi anche a livello pratico, con azioni concrete che mettiamo in atto durante le giornate di manifestazione.

Il Festival è infatti un evento che si impegna ad essere il più possibile plastic free e tutti i materiali sono stampati su carta certificata FSC; per l’allestimento abbiamo scelto arredi ecologici riutilizzabili realizzati con pannelli di legno e negli anni abbiamo migliorato il sistema di raccolta differenziata in piazza, dove sarà presente anche un distributore gratuito di acqua potabile pensato per incentivare l’impiego di borracce e diminuire il dispendio delle bottiglie usa e getta.

Sono tutti gesti che mirano a ridurre l’impatto ambientale e che ci auguriamo di poter implementare sempre più nel corso delle edizioni.

L’attenzione alla sostenibilità trova poi spazio anche nel nostro programma: numerosi sono infatti gli appuntamenti che pongono al centro la questione ambientale, dallo spettacolo teatrale “Saluti dalla Terra” del Teatro dell’Orsa all’incontro con l’attivista e ambientalista indiana Vandana Shiva, che da anni promuove l’importanza di agricoltura etica e sostenibile."

 

 

  • Stiamo vivendo una stagione di rapido e profondo cambiamento nei modi di comunicare. Abitiamo un mondo sempre più digitale, le nuove tecnologie e l’innovazione costante stanno rivoluzionando i mezzi, i linguaggi, le strategie della comunicazione. Può raccontarci come il Festival Francescano si è adattato a questi cambiamenti? Quali opportunità e sfide si trova di fronte nel comunicare, raccontare, diffondere la propria missione e i propri valori, anche per raggiungere e coinvolgere le nuove generazioni?

 

"I due anni di pandemia che abbiamo attraversato hanno reso evidente agli occhi di tutti quanto l’impiego delle nuove tecnologie possa essere determinante nelle nostre relazioni comunicative. Lo abbiamo vissuto anche noi in prima persona lo scorso anno, quando abbiamo proposto una versione “speciale” del Festival, con incontri in presenza e incontri online; la possibilità di trasmettere in streaming gli eventi ha permesso di ampliare il nostro pubblico e di consentire la fruizione dei contenuti anche a chi, quell’anno, non sarebbe riuscito ad essere presente in piazza. Le opportunità offerte dal digitale sono potenzialmente infinite e già ne stiamo vivendo i benefici; allo stesso tempo, però, non dobbiamo dimenticarci la necessità dell’incontro faccia a faccia, della relazione umana, delle sensazioni che solo la compresenza con l’altro può regalarci. Senza quindi diventare né “apocalittici” né “integrati”, il Festival Francesco accoglie le sfide e le nuove possibilità del nostro tempo, continuando a portare il messaggio di san Francesco in piazza, tra la gente."

 

 

Festival Francescano 2022 | 23-25 settembre

https://www.festivalfrancescano.it/