Il XXVIII Convegno Nazionale della Comunità del Diaconato in Italia
E. Petrolino | Il XXVIII Convegno Nazionale della Comunità del Diaconato in Italia
Più di 200 i partecipanti da ogni parte d’Italia presenti al XXVIII Convegno nazionale promosso dalla Comunità del diaconato in Italia ad Assisi dal 3 al 6 agosto scorso. L’evento è stato realizzato in collaborazione con Caritas Italiana e con Cattolica Assicurazioni che ha offerto a tutti i Diaconi associati FACI e ai loro familiari una polizza sanitaria molto vantaggiosa, purché in possesso della tessera della Federazione delle Associazioni del Clero in Italia.
Il Convegno si è tenuto presso la Cittadella Ospitalità che è per la Comunità luogo storico, memoria di tantissimi altri raduni. Ritornare dopo molti anni ha significato ripartire dalle proprie radici con uno slancio rinnovato.
Oltre che, ritrovarsi dopo tre anni e dopo un tempo carico di tante sofferenze e dolore a causa della pandemia è stata una grande gioia. Quante persone care, amici e parenti, diaconi, hanno perso la vita. Il tema scelto per la riflessione è stato: La Sinodalità come stile diaconale. Diaconi sulla strada a servizio della missione della Chiesa. Più volte Papa Francesco cita un’espressione di San Giovanni Crisostomo il quale commenta il salmo 149: “La Chiesa ha come nome sinodo”, ed è intorno a questa espressione che il Papa traccia il suo magistero ecclesiologico concretizzatosi nella chiamata a vivere questo tempo di cammino sinodale. Una proposta che costituisce non solo uno stile nuovo di vivere la Chiesa, ma uno stile nuovo di diaconato nella sua missione e nelle modalità da mettere in atto. Uno stile che i diaconi devono fare proprio, chiamati necessariamente a ricercare e favorire in questo cammino, un clima di fraternità. Uno stile con il quale accoglierci e ascoltarci, accogliere e ascoltare la società e coloro che condividono la nostra storia. Lo stile della sinodalità è la via per i diaconi per rinnovare il volto di questo prezioso ministero tanto antico, quanto nuovo. È necessario camminare insieme, non solo sulla stessa strada, ma anche nella stessa direzione, dietro all’unico Maestro, pur nella molteplicità di esperienze, di luoghi di riconoscimento, di una fraternità che deve emergere dalla chiamata al ministero diaconale.
La scelta del sotto titolo, diaconi sulla strada, mette in luce uno stile, una caratteristica che sempre di più deve essere l’immagine simbolo del diacono: in uscita, sulla strada...
Ai 200 partecipanti, fra i quali molte spose e anche vedove, è giunto il messaggio del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI: «Quello del diacono, come ogni ministero, è un servizio alla comunione camminando insieme. I diaconi hanno tra di loro, con il presbiterio e tutta la comunità ecclesiale, un ruolo importante», ha sottolineato, auspicando la crescita della «responsabilità del servizio diaconale, di cui c’è un grande bisogno, che può e deve aiutare la nostra Chiesa nel cammino sinodale».
Durante i lavori è stato rilanciato il ruolo cruciale delle mogli, in vista della nascita di una “Rete delle spose” e delle coppie diaconali per condividere progetti di pastorale familiare e di sostegno a famiglie in difficoltà, senza dimenticare la ricchezza della forma celibataria, oltre a quella uxorata. Si rivela sempre più interessante ed importante approfondire in che modo la coppia si pone e opera con la presenza del marito diacono e come le mogli siano sostegno e accompagnamento nel ministero. La sinodalità si può riscontrare nel loro cammino spirituale e concreto, che richiede discernimento e formazione continua per entrambi, perché il diaconato si innesta nel sacramentodel matrimonio e non viceversa.
Questo convenire ad Assisi,ha suscitato inevitabilmente una domanda: quale futuro per la Comunità? Certamente l’Associazione non porta da sola il carico di un tale lavoro, ma la sua presenza nella Chiesa italiana, e non solo, è uno dei mezzi perché questo lavoro resti sempre all’orizzonte.
Anche l’occasione per una collaborazione tra teologi rappresenta oggi per noi un luogo di dibattito e scambio di riflessioni. Una tale collaborazione ha allargato lo sguardo sul diaconato. L’unità dei ministri è certamente un punto nodale per i prossimi decenni.
La riflessione in Italia sul diaconato sta avendo, sempre più, una maggiore considerazione a partire dalla sua collocazione diocesana. In origine, l’impulso per il diaconato è stato legato al delinearsi della Comunità.
Di conseguenza, il primo impegno che nasce da questo Convegno è fare germogliare i sogni, promuovere il coraggio di sperimentare e di sperimentare insieme. La testimonianza del servizio diaconale deve diventare il segno storico: profezia e, insieme, impegno concreto.
È urgente offrire alla Chiesa italiana e alle chiese locali modelli di figure diaconali promuovendo, in collaborazione con alcune Facoltà teologiche, “Corsi di Alta formazione sulla Teologia del diaconato”. Ha avuto un buon riscontro un Sussidio sui percorsi di sinodalità che sarà pubblicato ogni anno nel mese di agosto, per permetterne l’utilizzo nell’anno pastorale successivo, e sarà messo a disposizione dei delegati e\o responsabili episcopali per la formazione dei diaconi e delle loro spose. Il pellegrinaggio a San Damiano ha suggellato il momento spirituale più alto del nostro convenire ai piedi della Croce che ha parlato a San Francesco: ripara la mia casa.
Dunque, la Comunità rimane punto importante di riferimento per l’informazione italiana e mondiale circa lo sviluppo del diaconato, “luogo di incontro” per lo scambio di esperienze e per conoscere le novità dell’approfondimento teologico e degli orientamenti della CEI. Al Convegno abbiamo potuto ascoltare il videomessaggio del Presidente, il Card. Matteo Zuppi ed essere onorati dalla presenza del Vicepresidente, Mons. Erio Castellucci, coordinatore per il Sinodo della Chiesa italiana e del nuovo Presidente della Commissione Clero, Mons. Stefano Manetti (sul sito www.comunitadiaconato.com si trovano tutti i video/interventi dei relatori).
Al servizio delle chiese locali, la Comunità, continua ad esprimere piena collaborazione con l’Episcopato italiano, ribadendo in tal modo anche la fedeltà alla sua originaria spiritualità di servizio e di povertà.
*Presidente Comunità del diaconato in Italia