Prof. A. Fici | L’evoluzione del Non Profit
Prof. A. Fici | L’evoluzione del Non Profit
L’evoluzione più recente del non profit, registrata dal 1° Rapporto di Cattolica Assicurazioni (Gruppo Generali) sui fabbisogni assicurativi degli enti del Terzo Settore (ETS), pubblicato nel mese di settembre del 2022, trova sicuramente una delle sue principali giustificazioni nella “grande” riforma iniziata nel 2016 con l’apposita legge delega n. 106 e culminata nella redazione del Codice del Terzo Settore (d.lgs. 117/2017) e del decreto legislativo sull’impresa sociale (d.lgs. 112/2017).
Nel Rapporto, basandosi sui dati ISTAT in quel momento disponibili, si segnala innanzitutto l’eterogeneità del settore, che riguarda sia forme e tipologie giuridiche sia le dimensioni, anche se gli ETS sono in gran parte enti di piccole o piccolissime dimensioni. L’eterogeneità riguarda altresì le modalità di svolgimento dell’attività. Così, accanto ad enti di natura redistributiva, vi sono enti – soprattutto ma non esclusivamente cooperative sociali ed imprese sociali – di natura produttiva. E riguarda anche le attività, sebbene ve ne siano alcune – le sportive, le ricreative e le culturali – che assorbono ben oltre la metà delle organizzazioni censite. Ma v’è inoltre eterogeneità a livello territoriale, come si sottolinea nel Rapporto, con un Nord in cui il Terzo Settore è assoluto protagonista e un Sud in cui il Terzo Settore appare fragile.
Il Rapporto riconosce il ruolo propulsivo della Riforma del Terzo Settore, sia con riguardo all’espansione del settore sia con riguardo alla diversificazione interna. E della Riforma legislativa presenta e discute i principali effetti in termini di “stabilità” degli ETS. La Riforma “razionalizza”, “valorizza gli ETS come partner essenziali della PA”, “professionalizza”, “assicura forme di trasparenza”.
Analisi successive sembrano confermare le prospettive delineate nel Rapporto, ma allo stesso tempo introducono nuovi elementi degni di specifica attenzione e considerazione.
Il 14 ottobre 2022, l’ISTAT ha rilasciato informazioni sul settore non profit aggiornate al 31 dicembre 2020 (il 1° Rapporto di Cattolica si basa invece sui dati relativi all’anno precedente, cioè al 31/12/2019). Le istituzioni non profit – che costituiscono il bacino più grande cui il Terzo Settore propriamente detto può attingere – risulta in crescita anche nell’anno della pandemia. Le INP sono 363.499, in aumento dello 0,2% rispetto all’anno precedente, nonostante le contingenze negative dell’anno della rilevazione statistica. È importante, tuttavia, rilevare che le INP crescono di più al Sud e nelle Isole, mentre sono stabili al Centro e al Nord. Un’inversione di tendenza, dunque, di cui i diversi stakeholder, anche fornitori, degli ETS devono tenere conto. Anche l’occupazione in questi enti cresce più nel Sud e nelle Isole, e gli occupati crescono soprattutto tra le associazioni e le fondazioni piuttosto che tra le cooperative sociali (anima imprenditoriale del Terzo Settore, unitamente alle altre imprese sociali).
Quanto sopra fa comprendere come il non profit sia un mondo ancora più complesso e più mutevole. Alcuni movimenti in controtendenza, se da un lato possono avere un effetto confusivo, dall’altro segnalano le grandi opportunità che il settore presenta per chi sa coglierne in anticipo i tratti evolutivi ed identitari. Se al Sud e negli enti non societari (associazioni e fondazioni) cresce l’occupazione nel non profit, vuol dire che l’evoluzione del settore è ancora in corso, ed incerti sono i suoi approdi. La professionalità imposta dalla riforma ha avuto un effetto positivo sull’occupazione? Ha spinto le associazioni ad assumere dipendenti per poter meglio gestire le proprie attività? O si tratta soltanto di un fenomeno di emersione di lavoro “informale”, spinto dall’attenzione del legislatore verso la protezione del volontariato e la sua formalizzazione?
Su un altro fronte, un altro studio, presentato nel 2° Rapporto di Terzjus, pubblicato nel settembre dello scorso anno, ha dimostrato l’evoluzione interna al mondo delle imprese sociali. Anche con riguardo a questa particolare tipologia di Enti del Terzo Settore, si registra una crescita dimensionale e una diversa fisionomia interna. Dall’entrata in vigore della riforma del Terzo Settore, si costituiscono diverse migliaia di nuove imprese sociali, e queste imprese sociali non sono più, come in passato, soltanto cooperative sociali, ma sono sempre più società di capitali e cooperative non sociali.
Il Terzo Settore rimane dunque un universo ancora tutto da esplorare, e riflessioni, come quelle contenute nel 1° Rapporto di Cattolica Assicurazioni sui fabbisogni assicurativi degli ETS, non possono che contribuire positivamente alla sua migliore conoscenza, nell’interesse non solo dei fornitori di servizi, anche ma non esclusivamente assicurativi, agli ETS, ma anche e soprattutto degli ETS e delle sue reti associative.